
Fotovoltaico: quando va accatastato? Tutto quello che devi sapere
Se hai installato dei pannelli solari o stai valutando di farlo, probabilmente ti sarai chiesto “quando va accatastato l’impianto fotovoltaico?'”. La risposta non è sempre scontata, perché dipende da alcuni fattori specifici. Vediamo insieme come orientarsi senza perdersi in tecnicismi.
Accatastamento fotovoltaico: quando scatta l’obbligo?
L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che l’accatastamento di un impianto fotovoltaico è obbligatorio solo in due casi precisi. Il primo riguarda l’aumento del valore catastale dell’immobile: se l’installazione fa salire questo valore del 15% o più, allora devi procedere con la pratica.
Per capirlo, puoi fare un calcolo semplice. Se conosci il costo totale dell’impianto, moltiplicalo per 0,75, poi per 0,5 e infine per il 2%. Il risultato è la nuova rendita catastale generata dal fotovoltaico. Se questa cifra supera il 15% del valore precedente, scatta l’obbligo.
Se invece non hai sottomano il costo preciso, puoi usare una stima di 1.200 euro per ogni kilowatt di potenza installata e applicare lo stesso calcolo.
Attenzione alla potenza dell’impianto
Oltre al discorso del valore catastale, c’è un altro aspetto da considerare: la potenza nominale. Per le abitazioni private, se l’impianto supera i 3 kWp, l’accatastamento è obbligatorio. Se invece si tratta di un condominio, la soglia è più alta: bisogna verificare che la potenza non superi tre volte il numero delle unità abitative servite.
Facciamo un esempio pratico
Immagina di aver installato un impianto da 5 kWp, spendendo 6.500 euro. Applicando la formula, moltiplichi il costo per 0,75, poi per 0,5 e infine per il 2%. Il risultato è 48,75 euro di rendita aggiuntiva. Se prima l’immobile aveva un valore catastale di 300 euro, l’aumento è del 16,25%, quindi supera la soglia del 15% e diventa obbligatorio accatastare.
In quali casi in cui non serve accatastare?
Se l’impianto è piccolo – sotto i 3 kWp per un’abitazione singola o entro i limiti condominiali – non c’è bisogno di presentare alcuna comunicazione. Lo stesso vale se il calcolo della rendita aggiuntiva non supera il 15% del valore catastale esistente.
Come si fa l’accatastamento?
Se rientri nei casi obbligatori, hai tempo 90 giorni dalla fine dei lavori per presentare la documentazione. Puoi farlo comodamente online, accedendo al portale DOCFA dell’Agenzia delle Entrate con SPID o Carta d’Identità Elettronica, oppure recandoti di persona all’ufficio catastale del tuo Comune.
Tra i documenti da preparare ci sono la visura catastale dell’immobile, la fattura dell’impianto e, se ci sono modifiche strutturali, una planimetria aggiornata.
Attenzione alle sanzioni
Se dimentichi di accatastare l’impianto quando necessario, rischi multe salate: si parte da 1.032 euro e si può arrivare fino a 8.264 euro in caso di ritardi molto gravi. In più, potresti dover pagare l’IMU arretrata e perdere eventuali agevolazioni fiscali legate al fotovoltaico.
Conclusione: meglio non rischiare
Anche se la procedura può sembrare un po’ macchinosa, è importante rispettare le regole per evitare problemi. Se hai dubbi, un geometra o un commercialista possono aiutarti a fare i calcoli corretti e a presentare la documentazione nei tempi giusti.
Ancora meglio? Affidati agli esperti di Reevive. Con la formula chiavi in mano, non dovrai preoccuparti di nessuna attività burocratica: contattaci subito!